Sito indipendente e non ufficiale, di cultura e informazione. Per maggiori informazioni e contatti ufficiali con il glorioso, antico, insigne e reale Ordine cavalleresco, crociato, religioso, ospedaliero, militare e dinastico dei Santi Maurizio e Lazzaro, questi sono i riferimenti: http://www.ordinidinasticicasasavoia.it - comunicazioni@ordinidinasticicasasavoia.it
venerdì 28 settembre 2012
San Maurizio Martire della Legione Tebea.
Il Martyrologium Romanum cita in data odierna i santi Maurizio,Candido, Essuperio, che con i soldati loro compagni ed il veteranoVittore affrontarono il martirio in odio alla loro fede. Per megliocomprendere l’origine del culto di questi intrepidi testimonidella fede cristiana, occorre però ripercorrere brevemente lavicenda della celebre Legione Tebea, alla quale la pietàpopolare ha sempre riservato una particolare devozione.
La leggenda della Legione Tebea
La fonte principale e storicamente più attendibile pervenutacicirca San Maurizio e la celebre Legione Tebea da lui capeggiataè costituita dalla “Passio martyrum Acaunensium”attribuita a Sant’Eucherio di Lione. La versione che ci èstata tramandata risale solo al IX secolo, ma il santo vescovolionese citava già la sua opera in una lettera indirizzata alvescovo Salvio verso il 440, affermando che a quel tempo latradizione orale in merito era già attestata da almeno unsecolo.
Lo studioso tedesco D. Van Berchem negli anni ’40 del XX secoloesaminò l’antica “passio”, giungendo allaconclusione che la fonte del racconto orale fosse San Teodoro (dettoanche Teodulo) di Octoduro, primo vescovo del cantone svizzero delVallese nel IV secolo. Questi importò assai probabilmente laleggenda dall’Oriente, in base a cui Maurizio fu martirizzatocon i suoi soldati, forse né tebani né costituenti unavera e propria legione.
Secondo la narrazione di Eucherio, arricchita di parecchi elementifantasiosi, l’imperatore romano Massimiano guidò unesercito per contrastare una rivolta fomentata da un gruppo di galli,i bagaudi, e giunto nei pressi di Octodurum (odierna cittàsvizzera di Martygny), oltre il passo alpino del Gran San Bernardo,diede ordine ai suoi uomini di compiere un sacrificio in onore deglidei per impetrare da loro il successo della spedizione in corso.
Un’unità dell’esercito imperiale era appunto lafamigerata egione Tebea, i cui membri come dice il nome erano statireclutati nell’Egitto settentrinale ed erano di religionecristiana. Questi valorosi seguaci di Cristo, senza eccezioni,rifiutarono fermamente di sacrificare a degli dei pagani in cui noncredevano e si ritirarono dunque nella vicina Agaunum (odiernaSaint-Maurice-en-Valais), guidati dal loro “primicerius” eportavoce Maurizio. L’imperatore li invitò ripetutamenteinvano a tornare sui loro passi ed infine ordinò la lorodecimazione. Ma i soldati, incoraggiati da Maurizio e dagli altriufficiali, furono irremovibili dalla loro decisione sino alla fine.Conclusasi tale violenta persecuzione pare fossero stati uccisi ben6600 (o secondo alcune fonti 6666) soldati. Il Martyrologium Romanum,nella sua ultima edizione, si limita a citare esplicitamente i nomidi Maurizio, Candido, Essuperio e del veterano Vittore,quest’ultimo forse proveniente da un altra legione ma uccisoanch’egli in quanto dichiaratosi cristiano.
Maurizio ed i suoi compagni avevano comunque scrittoall’imparatore una lettere onde spiegargli le valide motivazionidella loro ribellione: “Siamo tuoi soldati, ma anche servi diDio, cosa che noi riconosciamo francamente. A te dobbiamo il serviziomilitare, a lui l’integrità e la salute, da te abbiamopercepito il salario, da lui il principio della vita [...].Metteremo le nostre mani contro qualunque nemico, ma non lemacchieremo col sangue degli innocenti [...]. Noi facciamoprofessione di fede in Dio Padre Creatore di tutte le cose e crediamoche suo Figlio Gesù Cristo sia Dio. Siamo stati spruzzati dalsangue dei nostri fratelli e commilitoni, ma non ci affliggemmo,alzammo le nostre lodi perchè erano stati ritenuti degni dipartire per il loro Signore Dio. Ecco deponiamo le armi [...]preferiamo morire innocenti che uccidere e vivere colpevoli[...] non neghiamo di essere cristiani [...]perciò non possiamo perseguitare i cristiani”. Assaiprobabilmente Eucherio inventò le parole con cui imartirizzandi espressero le loro rimostranze, affermando cherifiutarono di uccidere dei cristiani che in realtà non eranonemici dell’autorità imperiale e non menzionando ibagaudi. Inoltre la “passio” più tardiva aggiunse algruppo i nomi di Innocenzo e Vitale, in quanto i loro corpi vennerorinvenuti dopo secoli nella vallata del Rodano. Comunque, anche se inumeri citati paiono esagerati ed alcuni dettagli della leggendafurono aggiunti nel V secolo, sembra effettivamente essersiverificato un effettivo spargimento di sangue cristiano alla basedella tradizione.
Il culto ieri e oggi
Il culto nei confronti dei martiri risalirebbe dunque al IV secolo,durante il quale il suddetto San Teodulo fece edificare la basilicaancora oggi esistente per ospitarne le reliquie. In occasione dellavisita di San Martino di Tours si verificò un eventomiracoloso: la terra iniziò a trasudare sangue indicanocosì il luogo ove riposavano i santi resti sulle rive delRodano ed egli lo raccolse in appositi vasetti per distribuirlo avarie chiese. Eucherio ricorda che “molti giungevano da diverseprovince per onorare devotamente questi santi, e offrire donod’oro, d’argento, e altri oggetti”, oggi conservatinel piccolo museo adiacente la basilica, a Brzeg in Polonia ed aTorino.
La chiesa costruita presso Agaunum divenne successivamente il nucleodi un abbazia, grazie al re burgundo San Sigismondo, la prima inOccidente a recitare l’Ufficio divino per l’interagiornata, grazie ad un ciclo di cori. Oggi è affidata agliagostiniani Canonici Regolari Lateranensi, che annualmente ogni 22settembre, giorno della festa secondo il Martyrologium Romanum,organizzazo la processione con le reliquie per le strade delpaese.
Il culto nei confronti si San Maurizio si diffuse molto, come vedremotra poco, in particolar modo nei territori sabaudi. Ancora oggi ilcalendario liturgico della Regione Pastorale Piemontese riporta lasua memoria nella data suddetta.
Il legame con Casa Savoia
Per secoli santuario nazionale del regno burgundo, l’anticaAgaunum divenne con l’avvento di Casa Savoia, checonquistò per un certo periodo il Vallese occidentale, alcentro della devozione dei popoli governati dalla dinastia sabauda.Questo particolare legame tra San Maurizio ed il nobile casatoculminò nel 1434 con la fondazione da parte del duca AmedeoVIII di un ordine cavalleresco a lui dedicato.
Nel 1572 Emanuele Filiberto lo trasformò poi nell’Ordinedei Santi Maurizio e Lazzaro, tuttora costituzionalmente riconosciutodalla Repubblica Italiana. Il duca fece inoltre traslare daSaint-Maurice a Torino parte delle reliquie del capitano dellaLegione Tebea, nonchè la sua spada, la croce e l’anello,transitando per Aosta, Ivrea e Chivasso.
Oggi riposano ancora nella martoriata Cappella della Sindone ed inepoca preconciliare la teca contenente le reliquie del soldato venivaesposta alla venerazione dei fedeli ogni 15 gennaio, anniversariodella traslazione. Un importante corso di Torino, adiacente aiGiardini Reali porta ancora oggi il nome di San Maurizio.
Patronati
San Maurizio è oggi considerato innanzitutto quale patrono diCasa Savoia e dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ma anchedi altri ordini cavallereschi quale quello del Toson d’Oro diSpagna e Austria. Inoltre sotto il patronato del santo sono posti isoldati, in particolare degli Alpini, delle Guardie Svizzere edell’Esercito Francese Alpino.
Le chiese in onore di San Maurizio iniziarono a pullulare in Valled’Aosta, Piemonte, Francia, Germania e Svizzera. Inquest’ultima nazione gli fu intitolata nella zona tedesca lacittà di St-Moritz, otto città inglesi, cinquantadue inFrancia tra cui la più celebre è Bourg-Saint-Maurice inSavoia, in Piemonte San Maurizio Canavese nonchè San Mauriziodi Opaglio nel novarese, dove il santo e la sua legione sarebberotransitati, ed infine in Liguria Porto Maurizio.
Iconografia
L’iconografia relativa a San Maurizio ed ai legionari tebei ingenere è solita presentarli con tutti gli attributi tipici deisoldati martiri: la palma del martirio, la spada, lo stendardo concroce rossa in campo bianco e la Croce Mauriziana, cioètrilobata, sul petto. Non mancano le loro raffigurazioni equestri.Spesso possono essere raffigurati con la carnagione scura, a ricordodella loro provenienza africana.
Un dipinto conservato alla National Gallery di Londra, del Maestro diLiesborn, lo ritrae cavaliere con il papa San Gregorio Magno eSant’Agostino d’Ippona. L’opera più splendidaè però la scena del martirio di El Greco, conservataall’Escorial nei pressi di Madrid.
Venerazione ecumenica
Il presupposto che i due martiri ed un numero imprecisato di loroleggendari compagni abbiano militato nella Legione Tebea haautomaticamente conferito loro la presunta nazionalitàegiziana e ciò ha contribuito alla diffusione del culto anchepresso la Chiesa Copta, che venera dunque specificatamente non soloSan Maurizio ma anche tutti quei suoi leggendari compagni il cuiricordo si è diffuso in un qualche piccolo santuariod’Europa. In particolare il Patriarca di Alessandria e di Tuttal’Africa Papa Shenoud tramite un suo delegato ricevette in dononel 1991 alcune reliquie dei santi Maurizio, Cassio e Fiorenzo. Anchealtre Chiese orientali venerano comunque i martiri della LegioneTebea, in quanto vissuti prima degli scismi vari. Anche nel mondoprotestante, infine, Maurizio è commemorato quale testimonedella fede cristiana.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento