mercoledì 22 giugno 2011

Monza ricorda Re Umberto I



ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D’ONORE
ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON
Fondato nel 1878, confermato con R.D. 24 settembre 1932 n. 1348
Ente Morale sotto l'egida del Ministero della Difesa con D.P.R. 27 febbraio 1990

Delegazione di Milano, Monza e Lodi
Milano, 22 Giugno 2011

Guardie d’Onore, carissimi amici e simpatizzanti, a Monza il 29 Luglio 1900, si spezzò in modo violento una vita, quella di S.M. il Re Umberto I, il Re Buono. Il cordoglio fu unanime: tutta la Nazione si fermò per salutare il secondo Re d’Italia, Medaglia d’Oro al Valor Militare per i gloriosi fatti d’arme del Quadrato di Villafranca, che passava alla Storia.
Un secolo dopo quei dolorosi fatti, ricorderemo la figura ed il sacrificio del Re con una solenne cerimonia che si svolgerà a Monza Sabato 23 Luglio 2011, con il seguente programma: PROGRAMMA DELLA CERIMONIA

MONZA, SABATO 23 LUGLIO 2011

Ore 09.45 - Ritrovo in Piazza del Duomo.Ore 10.00 - Formazione del corteo che da Piazza del Duomo si porterà alla Cappella Espiatoria (Via Matteo da Campione). Accompagnerà il corteo la Banda Comunale di Valbrona. Ore 10.30 - Deposizione delle corone nel Sacello Monumentale della Cappella Espiatoria alla presenza delle Autorità Civili e Militari. Esecuzione della Marcia Reale, dell’Inno Sardo e del Silenzio. Trasferimento alla Villa Reale. Ore 11.30 - Santa Messa in suffragio di S.M. il Re Umberto I presso la Cappella della Villa Reale. Celebrerà la Sacra Funzione Don Simone Rolandi, Cappellano della Delegazione e Vice Priore per la Lombardia degli Ordini Dinastici di Casa Savoia. Per informazioni sulla cerimonia, Cerimoniere (Isp. Naz. Di Maria) 392.95.98.193.

Ore 13.00 Colazione presso il Salone Reale dell’Hotel de la Ville (di fronte alla Villa Reale).

Quota: € 70,00. Per prenotazioni: gdomilano@hotmail.it; opp. telefonare ai nn. 345.32.17.614 (Isp. Reg. Mastroianni); 02.84.62.013 (Isp. Naz. Pierato); 392.86.97.486 (Isp. Naz. Pizzi). Alle Guardie d’Onore presenti saranno conteggiate n. 2 ore di guardia in deroga al Regolamento.Le Guardie d’Onore sono pregate di intervenire alla cerimonia con la divisa sociale e/o con il mantello.

I Cavalieri degli Ordini Dinastici di Casa Savoia sono pregati di presenziare con la rosetta e le Dame con nastrino e decorazione.

La cerimonia è aperta alla partecipazione di tutte le Associazioni monarchiche e patriottiche.

Partecipiamo dunque numerosi!

Le Guardie d'Onore sono pregate di presenziare con la divisa sociale e/o con il mantello.
Le iniziative sono ovviamente aperte a chiunque fosse interessato.

Con i migliori saluti,

la Segreteria di Delegazione

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Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon
Delegazione di Milano, Monza e Lodi
c/o Ass. ne Naz. le Carristi d'Italia
Via Vincenzo Monti, 59
20145 - Milano
gdomilano@hotmail.it

lunedì 20 giugno 2011

Storia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro



Per comprendere l'attuale statuto e denominazione dell' Ordine è opportuno seguire la nascita e l' evoluzione distinta dei due Ordini, dalla cui fusione in 1572 ha tratto origine.

L' Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro affonda le radici della propria origine nelle gesta gloriose dei crociati in Palestina dal 1095, e ancor prima nella tragica e leggendaria fine della Legione Tebea.

L' Ordine di S. Maurizio prende il nome dal comandante della Legione Tebea, il contingente di soldati romani, che di stanza nel Nord Africa fu richiamato in Gallia nel III sec. d.C. Le fonti di cui si dispone non sono concordi nel riportare le cause del massacro di quella legione. Secondo alcuni la tragica fine è da imputarsi al rifiuto opposto dai legionari all' ordine di unirsi alla persecuzione dei cristiani di Gallia, ordinata dall' imperatore Massimiano. Altre fonti raccontano invece che i soldati furono uccisi per non aver voluto offrire sacrifici agli dei pagani prima di andare in guerra. Concordi sono invece circa il luogo in cui si sarebbe consumata la tragedia: il pianoro compreso tra il Rodano, il lago di Ginevra e le retrostanti montagne. Ben presto il luogo divenne meta di pellegrinaggio e già i re di Borgogna fecero erigere una chiesa ed un monastero, in cui si svolgeva la cerimonia di investitura del regno.

Casa Savoia, all' esaurirsi della dinastia borgognina nel 1032, raccolse l' eredità di questa tradizione, insieme al dominio su quei territori. Tra i simboli dell' investitura vi era anche un anello con una pietra ovale d' agata, con intagliato un cavaliere, che la tradizione vuole essere appartenuto a S. Maurizio; l' anello andò perso durante la Rivoluzione Francese.

L' effige di S. Maurizio la si ritrova anche in una delle bandiere di devozione usate in guerra da Amedeo VI, detto il Conte Verde, accanto a quelle raffiguranti Nostra Signora e S. Giorgio. Questa radicata devozione si concretizzò, al principio del 1400, nella fondazione ad opera di Amedeo VIII, primo duca di Casa Savoia, di un monastero sulle rive del lago di Ginevra, a Ripaille, dedicato a S. Maurizio e sotto la regola di S. Agostino. Proprio in quel monastero, dopo più di quaranta anni di regno, si ritirò lo stesso Amedeo VIII, dando vita ad una insolita sacra milizia. Nel 1422 gli era morta la moglie, Maria di Borgogna, ma consapevole che l' erede Ludovico, Principe di Piemonte, non era ancora in grado di reggere il governo dello Stato, egli si ritirò nel monastero senza lasciare del tutto il potere. Diede così vita ad un' originale sintesi, dividendosi tra i doveri del governo e la vita eremitica. Cinque suoi consiglieri condivisero la scelta, dando inizio al nuovo Ordine. I cavalieri scelsero come abito un saio di panno grigio contrassegnato dalla croce trifogliata.

Nel 1439 Amedeo VIII fu eletto Papa dal concilio riunitosi a Basilea. Accettato per obbedienza il pontificato, egli lasciò un testamento riguardante l' ordine dei cavalieri romiti di S. Maurizio, in cui prescriveva di accogliere solo persone di provata integrità e prudenza, esperte in affari di governo, non trattenute da impedimenti secolari, per servire Dio nella solitudine ed il principe non con l' esercizio attivo, ma con consigli. Lasciato il papato nel 1449 per porre termine allo scisma che la sua elezione aveva aperto, egli si ritirò nuovamente in solitudine; morì il 7 gennaio 1451 a Ginevra ed il suo corpo fu trasferito a Ripaille, e più tardi nella Cappella della Sindone a Torino. Con l' elezione al papato anche i suoi compagni lo seguirono a Roma ed ebbe così termine la prima fase della vita dell' Ordine di S. Maurizio.

Dovettero passare più di cento anni perchè il principe Emanuele Filiberto, risollevate le sorti del regno, ricostituisse anche l' Ordine di S. Maurizio. Il 16 settembre 1572 papa Gregorio XIII approvò la nascita del nuovo Ordine di S. Maurizio, come ordine militare e religioso sotto la regola cistercense, ed affidò ad Emanuele Filiberto ed ai suoi successori il titolo di gran maestro.

Con bolla papale del 13 novembre dello stesso anno ebbe luogo la fusione tra l' Ordine di S. Maurizio e l' Ordine di S. Lazzaro. Nel 1573 il nuovo ordine fu assoggettato alla regola di S. Agostino, come già l' ordine di S. Maurizio fondato da Amedeo VIII. L' Ordine di S. Lazzaro, insieme con le compagnie dei Cavalieri di S. Giovanni (poi trasformatisi nel sovrano Ordine di Malta), dei Cavalieri del Tempio, e dei Cavalieri Teutonici, fu una delle prime quattro compagnie di Frati spedalieri, sorte in Palestina.

Anche dopo la conquista crociata e la nascita del primo regno latino di Palestina le condizioni sanitarie e militari erano infatti particolarmente gravi. Da una parte la continua pressione militare musulmana, e dall' altra la piaga della lebbra portarono alla nascita dei suddetti Ordini cavallereschi. In particolare la condizione sanitaria, fortemente condizionata dai principi religiosi musulmani ed ebrei, suscitò l' intervento di anime nobili. Il più antico documento attestante l' opera assistenziale dell' ordine di S. Lazzaro è del 1130. Con gli anni i cavalieri accumularono molte proprietà, frutto di donazioni di privati, lasciti, offerte, benefici accordati da principi e re.

A seguito della riconquista musulmana dei Luoghi Santi anche l' Ordine di S. Lazzaro dovette riparare in Europa, dova si sviluppò soprattutto nel Regno di Napoli. Con il venir meno dell' impegno militare, uno dei compiti per cui era sorto, e per una serie di eccessivi benefici accordati dal papa, l' Ordine iniziò una fase di decadenza, in cui interessi e lotte intestine presero il sopravvento. Molti dei papi che seguirono cercarono di risollevare le sorti dell' Ordine, sempre ribadendo i fini militari ed assistenziali dei cavalieri. Per breve tempo, dal 1489 al 1565, l' Ordine di S. Lazzaro fi unito al glorioso ordine di S. Giovanni, nel tentativo di rinnovare l' antico spirito cavalleresco.

Nel 1564 papa Pio IV tornò a concedere totale autonomia all' Ordine, sotto la guida di Gianotto Castiglioni, ma la prematura morte del papa lo privò dell' appoggio papale, e dopo pochi anni, nel 1571, il gran maestro accettò di rinunciare alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto, che nel 1572 ottenne da papa Gregorio XIII la fusione del glorioso Ordine di S. Lazzaro con il rinato ordine di S. Maurizio.

Con la stessa bolla papale fu anche approvata la denominazione di Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ed il nuovo stendardo, nato dall' unione della croce bianca trifogliata di S. Maurizio con la croce verde biforcata di S. Lazzaro. Stendardo dell' Ordine con lo stemma di Casa Savoia Dalla fusione con l' Ordine di S. Lazzaro, il nuovo istituto ereditò la proprietà e lo statuto di ordine ospedaliero e militare.

Nei secoli passati esso esercitò la sua funzione di difensore della cristianità contribuendo alla lotta contro i pirati che infestavano il Mediterraneo. Debellata la lebbra, il nuovo Ordine continua tutt' oggi la sua opera di assistenza, con numerosi complessi ospedalieri. Tra questi anche il vecchio ospedale di Lanzo, oggi purtroppo in grave stato di abbandono, fondato nel XVIII sec. dal marchese Cacherano della Rocca (ultimo feudatario di Lanzo) e ristrutturato nel secolo scorso su progetto dell' ing. Mosca. Anche il patrimonio immobiliare è ingente, annoverando alcuni tra i più significativi complessi monumentali del Piemonte, quali le abbazie di Staffarda e di S. Antonio di Ranverso, la Palazzina di caccia di Stupinigi, la chiesa di S. Caterina e la Torre Rossa in Asti, la Basilica Mauriziana in Torino.

Nel 1867, l' Ordine è dinventato la più alta distinzione italiana, ecetto l'Ordine della Santissima Annunziata.

Sua Altezza Reale il Principe Vittorio-Emmanuele Duca di Savoia Principe di Napoli, (17) Generale Gran Maestro dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, soprintende ogni anno nell'Abbazia di Saint Maurice d'Agaune in Vallese(CH), il capitolo dell'Ordine.

venerdì 17 giugno 2011

Milano, 16 giungo 2011



Milano, Chiesa di San Marco, 16 giugno 2011: nel 150° Anniversario della proclamazione del Regno d'Italia, i nobili Cavalieri e le gentili Dame dei Santi Maurizio e Lazzaro (antico e prestigioso ordine religioso, ospedaliero, militare e dinastico della Real Casa Savoia), hanno ricordato, con una Santa Messa solenne di ringraziamento, Sua Maestà Vittorio Emanuele II, Padre della Patria e primo Re d'Italia.

Ha presenziato la solenne cerimonia il Delegato della Lombardia: S.E. il Principe Don Alberto Giovanelli in rappresentanza ufficiale del XXVII Generale Gran Maestro, S.A.R. Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, Capo della Real Casa.