mercoledì 25 febbraio 2015

Comunicato stampa ufficiale di SAR Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, Capo della Real Casa.

 
 
 
La monarchia si prende una piccola rivincita sulla Repubblica
Il Principe Savoia, prosciolto dalle accuse del PM Woodcock, risarcito per I sette giorni di carcere nel 2006.
Era IL 2006, manette per Vittorio Emanuele di Savoia. Mandato di arresto firmato dalla procura di Potenza. Accuse pesanti. Al figlio dell’ultimo re d’Italia (Umberto II) venne contestato di tutto: dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al gioco d’azzardo all’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento Della prostituzione, oltre altri illeciti. Ma dopo aver collezionato assoluzioni varie in diversi tribunali, a seguito di quell’inchiesta IL Principe ha ottenuto anche un risarcimento di 40 mila Euro.
La disavventura giudiziaria del Principe ha avuto inizio IL 16 giugno del 2006, quando Vittorio Emanuele venne ammanettato alla frontiera fra Como e la Svizzera e portato d'urgenza nel carcere di Potenza, dove rimase fino al 23 giugno.
Secondo IL PM Henry John Woodcock, IL capofamiglia di Casa Savoia doveva rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al gioco d'azzardo e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento Della prostituzione. Dopo una settimana in cella, Vittorio Emanuele ottenne I domiciliari fino al 21 luglio, quando tornò in libertà.
Il Principe era finito su tutti I giornali, ma intanto l'inchiesta is stava arenando. Divisa per competenza in tanti pezzi, una parte in Basilicata, altre a Roma e una a Como, soltanto a Roma is arrivò a processo, al termine del quale IL Savoia fu assolto con formula piena.
 Fino ad arrivare al risarcimento, che IL legale di Vittorio Emanuele di Savoia, l'avvocato Francesco Murgia, commenta così a Il Giornale: "Era giusto che l'Italia risarcisse IL Principe per l'incredibile disavventura, per I sette giorni in cella e per IL disastro d'immagine. Vittorio Emanuele era sconvolto per quello che alcuni magistrati del suo Paese gli avevano fatto. Ora è felice per questa pronuncia, è più sereno".