Sergio Ionghi, volontario resistente diciannovenne di Ornavasso, fucilato nel 1944, sui monti sopra Crodo, nei pressi dell’Alpe Cravairola. Faceva parte delle Fiamme Verdi (partigiani cattolici, ma anche monarchici ed apolitici, fra i quali molti Alpini) che, inquadrati nella Divisione Val Toce (comandata dal Tenente del Regio Esercito, Alfredo di Dio) indossavano un fazzoletto azzurro per ben differenziarsi da quelli rossi dei comunisti delle Brigate Garibaldi. Sergio Ionghi discendeva da un ramo collaterale degli Jonghi von Urnavas, quindi, era imparentato con la famiglia Jonghi Lavarini che, durante la guerra civile, fedele alla sue origini ed alla Corona Sabauda, ha sempre difeso il bene supremo della comunità ornavassese, mediando fra le parti in conflitto e cercando un dialogo civile con i tedeschi, approfittando della comune matrice etnico-linguistica-culturale dei Walser.
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